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Testo finto di E. Jaforte
Non serve neanche un testo vero, un testo che dica qualcosa di ragionevole, sensato oppure no... Serve solo un'accozzaglia di parole che, solo per puro caso, possono voler dire qualcosa. Potremmo qui trovare la versione integrale della Vispa Teresa, ma non cambierebbe assolutamente nulla. Tutto quello che è richiesto a un testo finto è di stare là, come un fesso, al posto di un testo vero che ancora non c'è. Stare lì così come si trova, con i suoi errori di ortografia e le sgrammaticature, a farsi prendere le misure dal sarto, a servire da manichino per provare corpi e caratteri per il Testo, con la T maiuscola, che verrà poi.

Povero testo finto così bistrattato, potrebbe anche lui, qualche volta, dire la sua e avere un proprio senso! E in tal caso, perché non cogliere l'occasione per un finto testo che dica qualcosa di vero? Ammesso che possa esser considerata vera la lamentela da parte di un improbabile testo finto sulla sua condizione esistenziale.

Gli si potrebbe rispondere che il suo destino è comune a moltissime cose... i sacchetti del supermercato, gli imballi, i ponteggi dei muratori... tutte quelle cose che servono da supporto momentaneo e poi vengono dismesse. Ma il finto testo potrebbe ribattere che perfino quelle cose recano un messaggio utile: rispetta la natura, non gettarmi nell'ambiente, attenzione, pedoni sul lato sinistro, sono almeno dei messaggi sensati e, sopratutto, veri. Verità non consentita, purtroppo, al testo finto che tuttavia conserva qualche vantaggio: se dovesse diventare un finto testo vero, sarebbe da condiderare come vero e, come tale, andrebbe accatastato ai milioni e milioni di testi veri scritti dall'umanità fino ad ora.

Ma siccome gli scrittori avevano tantissimo da fare e trovavano a stento il tempo per i testi veri, ecco che automaticamente non c'era tempo per i testi finti. Così durante il corso della storia della letteratura vera, non si è mai creata una corrente parallela composta da testi finti. Pertanto si può concludere che il vantaggio di un testo finto è d'essere pioniere in una zona sconosciuta dove non esiste regola estetica, tradizione, storia né null'altro: chi si avventurasse in questo campo sarebbe senz'altro un innovatore. Lungi dal pensare di aver aperto la porta di un nuovo filone letterario artistico, il finto testo si chiude con la spiacevole sensazione di cadersi addosso, ma con la salda consapevolezza di aver osato mettere un piede di là, nel mondo dei testi veri e di aver detto, sia pure a suo modo, qualcosa di sensato.


Il Testo finto c'è dai tempi della comunicazione su carta, prima ottenuto ritagliando articoli da giornali a caso purché col giusto carattere. Poi si è trovato stampato su adesivo trasparente ritagliabile e incollabile dove serve a seconda dell'occasione, offerto in varie misure e caratteri. Oggi anche il Testo Finto è diventato digitale, ha guadagnato parecchia offerta di modi e caratteri ma senza perdere le sue qualità, è sempre assolutamente finto.



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